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Ogni cosa che vediamo o che ci accade suscita in noi una tripla risposta: cognitiva, motiva ed emotiva. Quella cognitiva dipende dalle nostre conoscenze, quella motiva dai nostri bisogni e quella emotiva dal loro grado di soddisfazione. Le tre risposte si influenzano a vicenda. Potrebbe essere utile chiederci quali siano le nostre risposte a certi eventi, e quali quelle delle persone con cui interagiamo.
La miseria è una malattia. Inutile ammirarla, parlarne, ed è pericoloso volerla curare. Stare lontani dal contagio è tutto quanto la persona saggia deve fare.
La vita umana è caratterizzata da una quantità di conflitti esistenziali e sociali che la rendono difficile e che impongono continuamente scelte rischiose e dolorose: appartenenza vs. libertà, cooperazione vs. competizione, imitazione vs. differenziazione, uguaglianza vs. diversità, responsabilità vs. irresponsabilità, impegno vs. disimpegno, accoglienza vs. rigetto, approvazione vs. critica, tolleranza vs. punizione, fiducia vs. diffidenza, obbedienza vs. ribellione, cambiamento vs. mantenimento, ecc.
Per paura della guerra, del disordine e della solitudine l'uomo è pronto a rinunciare alla libertà di pensare e di giudicare in modi diversi da quelli della comunità a cui appartiene.
Con i pronomi personali (io, tu, lui...) non dobbiamo intendere persone intere, ma solo la parte cosciente di esse, ovvero una piccolissima parte delle loro menti. Perciò è appropriato dire "io e il resto della mia mente", "io e il mio corpo" ecc.
L'informazione è sempre reale (anche quando dice cose false o irreali). Non esiste informazione virtuale. Un'informazione è una “differenza che fa una differenza” per chi la elabora.
Tous les changements, même les plus souhaités, ont leur mélancolie, car ce que nous quittons, c'est une partie de nous-mêmes; il faut mourir à une vie pour entrer dans une autre.
O dunque forte, vittoriosa e trionfatrice mascella d'un asino morto, o diva, graziosa e santa mascella d'un polledro defunto, or che deve essere della santità, grazia e divinità, fortezza, vittoria e trionfo dell'asino tutto, intiero e vivente, ? asino, pullo e madre, ? se di quest'osso e sacrosanta reliquia la gloria ed exaltazion è tanta? [...] Pregate, pregate Dio, o carissimi, se non siete ancora asini, che vi faccia dovenir asini.
La coscienza è l'ultimo e più tardo sviluppo dell'organico e di conseguenza anche il più incompiuto e il più depotenziato... Si pensa che qui sia il nocciolo dell'essere umano: ciò che di esso è durevole, eterno, ultimo, assolutamente originario! Si considera la coscienza come una stabile grandezza data! Si negano il suo sviluppo, le sue intermittenze! la si intende come unità dell'organismo! Questa ridicola sopravvalutazione, questo travisamento della coscienza hanno come corollario un grande vantaggio, consistente nel fatto che con ciò è stato impedito un troppo celere perfezionarsi della medesima. Perché gli uomini ritenevano di possedere già la coscienza, si sono dati scarsa premura per acquistarla, e anche oggi le cose non stanno diversamente!