L'artista, lo scrittore, il filosofo, il sacerdote, il politico, il pubblicitario, il giornalista, propongono vecchi e nuovi criteri etici ed estetici di appartenenza, ovvero vecchi e nuovi giudizi sul bello e il brutto, il buono e il cattivo, il piacere e il dovere, il vero e il falso, il possibile e l'impossibile, giudizi sulla base dei quali confermare vecchie comunità ideali o fondarne di nuove.
Ogni parola è connessa probabilisticamente con certe altre. Ogni concetto è connesso probabilisticamente con certi altri. Ogni parola è connessa probabilisticamente con certi concetti, e viceversa.
È facile che una critica venga percepita come un'offensiva manifestazione di disprezzo. Criticare e disprezzare sono due cose diverse, ma non tutti riescono ad apprezzare la differenza.
Cosa ci resta nei rapporti umani se smettiamo di fare filosofia, cioè di discutere di cosa sia vero o falso, buono o cattivo, bello o brutto, giusto o sbagliato? Non ci resta che discutere di chi sia vincente o perdente, per diventare seguaci dei vincenti.
Non c'è nulla che non si possa dire anche in poche parole. Tuttavia, quanto maggiore è il numero di parole, tanto più numerosi sono i dettagli e gli esempi che si possono dare, e minore il rischio di fraintendimento. Ma la capacità di sintesi varia da persona a persona. I più capaci sono gli aforisti.
La bellezza non si può catturare perché anche le cose più belle, se possedute e ripetute stancano. La bellezza, per sedurre e affascinare, deve essere nuova o esser vista con occhi nuovi.