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Gli ignoranti, specialmente se dispongono di libertà e di mezzi economici, vincono politicamente sui sapienti perché i primi sono uniti dalle loro comuni ignoranze e falsità, mentre i secondi sono divisi dalle differenze dei loro saperi. Perciò non è sempre positivo il fatto che in una società vi siano tante visioni e cognizioni del mondo e della natura umana non condivise.
 
Una morale completamente soggettiva non è una morale, è solo una personale strategia di vita. La morale (e il conseguente giudizio morale) riguarda regole di comportamento condivise tra almeno due persone.
 
L'arte è bellezza sociale: coniuga bellezza formale e condivisione sociale. Non è arte se manca anche una sola delle due componenti.
 
In una condivisione i ruoli possono essere simmetrici o asimmetrici. Il secondo caso implica una subordinazione del donatore o del beneficiario.
 
Per fare parte di un sistema sociale, cioè di un gruppo di umani cooperanti, occorre condividerne in misura sufficiente il linguaggio, le forme, le norme e i valori (in senso cognitivo, etico ed estetico).
 
L'amore è un lusso. È abbondanza. Significa possedere così tanta vita che non sai più cosa farne, quindi la condividi.
 
Credere alle stesse false promesse di felicità è un fattore di coesione sociale, di condivisione, di unione, e in quanto tale è un fattore di felicità.
 
Gli umani hanno bisogno di condividere cose, idee, comportamenti. Condividere qualsiasi cosa è meglio che nessuna condivisione.
 
Ogni idea che non riesco a condividere con altri mi rende solo e strano.
 
Non ha senso rispondere a domande di cui non si condividono i presupposti.
 
L'uomo moderno ha rinunciato all'idea di un'etica condivisa e oggi siamo all'assurdo che ognuno ha un'etica soggettiva, "fai-da-te", il che toglie all'etica la sua ragione di esistere. Comunque, per definire un'etica occorre una profonda conoscenza della natura umana, cosa che oggi è alquanto rara.
 
Condividere, in amore, non significa tenere il bilancio di chi fa questo o quello, di chi fa più di un altro. Vi sono momenti in cui dobbiamo dare di più di quanto riceviamo, ma ve ne saranno altri in cui avremo bisogno di ricevere più di quanto saremo in condizione di donare.
 
Gli umani amano condividere non solo i loro gusti, ma ancor più i loro disgusti.
 
Essere d’accordo è piacevole, essere in disaccordo sgradevole o doloroso. Perciò molti cercano l’accordo indipendentemente dalla qualità delle idee condivise, dalla loro verità, razionalità e utilità.
 
L'uomo matura nel momento in cui comincia ad amare piuttosto che ad avere bisogno. Comincia a traboccare a condividere, comincia a donare.
 
Condividere o non condividere? Questo è il dilemma.
 
Condividere un dolore può lenire il dolore stesso, perché qualunque condivisione non indesiderata è fonte di piacere.
 
Affinché due persone possano cooperare, esse devono condividere, almeno in parte, una certa visione del mondo.
 
L'uomo tende naturalmente a disapprovare e a disprezzare, consciamente o inconsciamente, chi non condivide i suoi gusti o le sue opinioni.
 
La condivisione di sentimenti e valutazioni nei confronti di terzi è un importante fattore di coesione sociale.
 
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