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Il buon senso è un giudizio formulato senza riflettere, condiviso da una classe intera, da una nazione intera, o dall’umanità intera.
 
Per appartenere a un certo gruppo è necessario condividere certe cose con gli altri membri del gruppo stesso.
 
Quando due persone s'incontrano, i loro inconsci calcolano ciò che esse condividono e ciò che esse non condividono, cosa possono condividere e cosa non posono condividere. I risultati di questo calcolo determinano le possibiltà di cooperazione tra le due persone.
 
Affinché due persone possano cooperare, esse devono condividere, almeno in parte, una certa visione del mondo.
 
Non c'è fraternità politica che valga un odio condiviso.
 
Condividere significa trasformare il mio in nostro.
 
Credere alle stesse false promesse di felicità è un fattore di coesione sociale, di condivisione, di unione, e in quanto tale è un fattore di felicità.
 
Ci sono tre tipi di dialogo: quello confermativo, che serve a confermare le idee e le appartenenze condivise con l'interlocutore; quello distruttivo, che serve a svalutare le idee e le appartenenze dell'interlocutore; e quello costruttivo, che serve a produrre nuove idee con l'aiuto dell'interlocutore.
 
La condivisione di certe credenze e di certe autorità intellettuali, etiche ed estetiche costituisce un importante fattore di coesione sociale.
 
Le transazioni interpersonali servono a trasmettere beni, servizi e informazioni, piaceri e dolori, a cooperare e a competere, a stabilire condivisioni e non condivisioni, secondo certi modelli culturali.
 
Il nostro bisogno di condivisione è talmente forte che condividiamo anche le cose più stupide.
 
Essere d’accordo è piacevole, essere in disaccordo sgradevole o doloroso. Perciò molti cercano l’accordo indipendentemente dalla qualità delle idee condivise, dalla loro verità, razionalità e utilità.
 
Gli umani hanno bisogno di condividere cose, idee, comportamenti. Condividere qualsiasi cosa è meglio che nessuna condivisione.
 
Forse ciò che più mi distingue dalla maggioranza degli altri è che io cerco un significato e un valore intrinseco nelle cose (materiali e simboliche) cha la gente condivide, mentre per gli altri ciò che conta non è ciò che si condivide, ma la condivisione stessa, cioè il fatto che si condivida qualcosa, non importa cosa, anche le cose più insensate.
 
Internet è un immenso mezzo di condivisione.
 
I folli desiderano condividere con altri le proprie follie.
 
Ogni essere umano è effettivamente o potenzialmente in relazione con ogni altro secondo regole d'interazione più o meno condivise.
 
Ogni forma o espressione culturale è un invito all'imitazione, alla conformazione, alla condivisione, all'interazione secondo certe logiche.
 
Si possono condividere anche delle non condivisioni.
 
La solitudine è il risultato dell'impossibilità, o della non volontà, di condividere cose con altre persone.
 
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