Ogni nostro oggetto potrebbe essere condiviso o scambiato con qualcuno, e il suo valore sociale coincide con il suo potenziale di condivisibilità, al pari di una moneta, che vale nella misura in cui è riconosciuta e accettata come titolo di credito.
Ogni cultura è piena di narrazioni a cui vengono dati significati spesso totalmente arbitrari, infondati, variabili e volatili, la cui condivisione è tuttavia fattore di coesione sociale, indipendentemente dal loro reale significato o dall'assenza di significato.
Essere d’accordo è piacevole, essere in disaccordo sgradevole o doloroso. Perciò molti cercano l’accordo indipendentemente dalla qualità delle idee condivise, dalla loro verità, razionalità e utilità.
Il processo di individuazione non dovrebbe essere finalizzato a differenziarsi dagli altri (anche se ciò accade inevitabilmente in una certa misura) ma a trovare condivisioni alternative rispetto a quelle native, più favorevoli alla soddisfazione dei propri bisogni. In altre parole individuarsi dovrebbe consistere nel trovare nuove e più favorevoli affinità.
Forse ciò che più mi distingue dalla maggioranza degli altri è che io cerco un significato e un valore intrinseco nelle cose (materiali e simboliche) cha la gente condivide, mentre per gli altri ciò che conta non è ciò che si condivide, ma la condivisione stessa, cioè il fatto che si condivida qualcosa, non importa cosa, anche le cose più insensate.
L'atteggiamento verso la filosofia dovrebbe essere nettamente diverso da quello che si ha verso l'arte, la poesia, la letteratura, la storia, l'archeologia ecc. Eppure molte persone non fanno differenze tra queste aree della cultura e la filosofia. In quanto a me, ritengo che lo scopo della filosofia non sia quello di piacere, di intrattenere o di condividere conoscenze, ma quello di prevedere il futuro, di farci riflettere, di porci domande e di insegnarci a pensare in modo razionale e critico, sfidando le consuetudini della cultura in cui viviamo.
Si può comunicare solo ciò che è condiviso dall'altro. Le parole presuppongono esperienze condivise. È come un sapore o un colore; se l'altro non ha visto quel colore o quel sapore le definizioni sono inutili.
Per quanto riguarda la conoscenza, l'uomo non ha bisogno di verità ma di approvazione e di condivisione. Infatti per un essere umano è meglio condividere una falsità che non poter condividere una verità.
Nonostante i progressi della psicologia e della filosofia, I motivi per cui alcuni sono più felici o infelici di altri non sono affatto chiari. Alcuni pensano di conoscere tali motivi, ma non ci sono idee largamente condivise a tale riguardo.
Se mi fosse concessa la sapienza, a condizione di tenerla chiusa dentro di me senza trasmetterla ad altri, la rifiuterei: nessun bene ci dà gioia se non puoi condividerlo con altri.