La maggioranza degli esseri umani tende a difendere, confermare, giustificare, affermare, condividere la propria visione del mondo e di se stessi, ed evita con qualsiasi pretesto ogni occasione di metterla in discussione, come si evitano i grandi pericoli, come se quella visione, che coincide con la propria personalità, fosse una barca che rischierebbe di affondare se si avventurasse in acque sconosciute, fuori da un porto sicuro in cui le onde della critica, ovvero del giudizio intellettuale e morale, non possono entrare.
L'uomo ha un bisogno genetico di condividere con gli altri quante più cose possibile, ed è tanto più felice quante più cose riesce a condividere (o quanto più si illude di condividerle).
Condividere il tempo significa fare esperienza delle stesse cose alle stesso momento con altre persone; significa partecipare, cioè far parte, insieme ad altri, di uno stesso accadimento; significa essere in un processo insieme ad altri, non da soli. La solitudine è infatti mancanza di condivisione del tempo. L'evento che viene condiviso può essere più o meno favorevole e più o meno gradito a ciascun partecipante, per questo a volte si preferisce la solitudine nonostante il bisogno di condivisione.
Tutte le espressioni culturali (come ad esempio gli articoli dei giornali o le pagine del web) costruiscono proposte di condivisione di cognizioni utilizzabili come mezzi di socializzazione.
Noi umani abbiamo bisogno di cooperare, e per poter cooperare è necessario che condividiamo certe cose. Perciò abbiamo bisogno, periodicamente, di riunirci per praticare condivisioni utili alla nostra cooperazione.
Ci sono tre tipi di dialogo: quello confermativo, che serve a confermare le idee e le appartenenze condivise con l'interlocutore; quello distruttivo, che serve a svalutare le idee e le appartenenze dell'interlocutore; e quello costruttivo, che serve a produrre nuove idee con l'aiuto dell'interlocutore.
Ogni cultura è piena di narrazioni a cui vengono dati significati spesso totalmente arbitrari, infondati, variabili e volatili, la cui condivisione è tuttavia fattore di coesione sociale, indipendentemente dal loro reale significato o dall'assenza di significato.