L'io cosciente comprende tre soggettività: la cognizione, il sentimento e la motivazione (io so, io sento, io voglio). Tutto il resto è oggetto, e un oggetto può essere una macchina. D'altra parte, oggetti e macchine interni ed esterni alla propria persona causano e determinano le proprie cognizioni, i propri sentimenti e le proprie motivazioni.
Il dolore e il piacere sono cose assolutamente reali, forse le uniche cose della cui verità possiamo essere certi, anche se le cause che li determinano possono essere immaginarie e false, anche se possono essere ottenuti manipolando la mente in cui sono generati.
La filosofia non è un “sapere”, ma un “atteggiamento”. L’atteggiamento di chi non smette di fare domande e di porre in questione tutte le risposte che sembrano definitive.
L'immaginazione non ha limiti e non è soggetta a critiche. Per molti (me compreso) è una consolazione, un conforto. Tuttavia io cerco di distinguere tra realtà e immaginazione.
In una società molto competitiva e molto selettiva, mostrare le proprie miserie, le proprie debolezze e le proprie inferiorità richiede un grande coraggio e una grande onestà intellettuale.
La mia anima è una misteriosa orchestra; non so quali strumenti suoni e strida dentro di me: corde, arpe, timpani e tamburi. Mi conosco come una sinfonia.
L’idea di disordine è totalmente pratica. Essa corrisponde a una certa delusione dovuta a una certa aspettativa, e non designa l’assenza di ogni ordine, ma soltanto la presenza di un ordine che non offre nessun interesse attuale.
Una delle più grandi scoperte della mia generazione è che un essere umano può cambiare la propria vita semplicemente cambiando il proprio modo di pensare.