Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.
Parlare è più spontaneo che scrivere. Infatti, la scrittura consente un tempo lungo quanto si vuole per riflettere e controllarsi tra l'emergere di un'idea e la sua espressione.
Ci sono due specie di scrittori. Quelli che lo sono, e quelli che non lo sono. Nei primi forma e contenuto stanno insieme come anima e corpo, negli altri forma e contenuto vanno insieme come corpo e vestito.
Quando io dico una cosa, essa perde subito e definitivamente la sua importanza; quando la scrivo la perde lo stesso, ma talvolta ne acquista una nuova.
The description is not the described; I can describe the mountain, but the description is not the mountain, and if you are caught up in the description, as most people are, then you will never see the mountain.
Quelli che scrivono in modo oscuro hanno una bella fortuna: avranno dei commentatori. Gli altri avranno soltanto dei lettori, il che, sembra, è spregevole.
Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire. Farà perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile. Niente è più facile dello scrivere difficile.
Scrivere è un mezzo per esercitare un potere sugli altri o su se stessi. Infatti ogni scritto che viene letto influenza in qualche nodo e in qualche misura la mente del lettore.
I like fragmentary writing, I seem to only be able to read fragments, feel fragments. And write fragments. (And live fragments.) The pieces naturally form a whole to me, the way minutes make up hours and hours make up days. Fragments flow, to me, in ways that unfragmented writings do not. They flow because they feel natural; yes, fragments feel natural, organic, uncomposed. A story well-composed might be beautiful, but it feels like a beautiful mask to me. Fragments are like the naturalness of children. Maybe that’s why I like fragments: because I can remain in childhood.
Writing is the process of removing the outer wrapping to dive into the inner pool. The words on the pages -- the tangible aspect of them -- become the bridges between inner and outer, seen and unseen. How else can I reveal the worlds and worlds (and depths within depths) that I perceive?
Who would I want to read my journal? An insightful, compassionate voyeur, perhaps. Or, maybe I'm secretly writing to/for the god I wish existed, the god I longed for during my childhood and teenage years... Or, I’m writing to that part of myself (and all of us) that can forgive. As if true and original writing makes forgiveness natural.
Non vi è nulla di più facile che scrivere in modo che nessuno possa capire; come, invece, nulla è più difficile che esprimere pensieri significativi in modo che ognuno debba comprenderli. L'astrusità è parente dell'assurdità, e ogni volta è infinitamente più probabile che essa celi una mistificazione piuttosto che una qualche intuizione profonda. […] Un autore nulla dovrebbe temere più del palese sforzo di far vedere più spirito di quanto non abbia; ciò, infatti, risveglia nel lettore il sospetto che abbia assai poco spirito.
All my writing is a reflection of my core, bits of my core. All those bits...and as they fall onto the page, the puzzle automatically gets put together -- the way a plant gets put together just by being itself and growing day-by-day. Journals are the organic side of my essence, unfolding...
Una narrazione è tanto più interessante quanto meno si sa o si può immaginare come va a finire. Perciò siamo attratti da nuove narrazioni. Di ciò dovrebbero tener conto i narratori.
Scrivere [...] è un'attività complessa: è, insieme, preferire l'immaginario e voler comunicare; in queste due scelte si manifestano tendenze assai diverse e a prima vista contrastanti. Per pretendere di sostituire un universo inventato al mondo esistente, bisogna rifiutare aggressivamente quest'ultimo: chiunque vi stia dentro come un pesce nell'acqua e pensi che tutto va bene, non si metterà certo a scrivere. Ma il desiderio di comunicazione presuppone che ci si interessi agli altri; anche se nel rapporto dello scrittore con l'umanità entra dell'inimicizia e del disprezzo.