Quotes on Understanding

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70 quotes    

Ho capito che non avevo capito.
 
Comprendere un fenomeno significa prevedere gli effetti delle cause che lo riguardano.
 
Criticare è un diritto e un dovere, se si vuole migliorare la società. Tuttavia prima di criticare bisogna comprendere, perché non ha senso criticare ciò che non si comprende. La "comprensione critica" è l'atteggiamento ideale.
 
Per capire una persona non devi usare la tua logica, ma la sua.
 
A volte, per comprendere una configurazione di cose, persone, eventi e relazioni che ci appare incomprensibile, basta aggiungere ad essa un ulteriore elemento particolare, che in tal caso può definirsi "elemento chiave". Quando non riusciamo a comprendere qualcosa, cerchiamo dunque l'elemento chiave mancante.
 
Ogni cosa ha un senso, anche se non lo capiamo. Il nonsenso non esiste, è la giustificazione di chi non riesce a comprendere.
 
Per comprendere un altro bisogna immaginare di essere come lui.
 
Comprendere una persona non implica condividere ciò che essa dice o pensa.
 
La maggior parte della gente pensa che ciò che non riesce a capire non sia importante.
 
Prima di criticare una tesi, assicurarsi di averla capita.
 
I malintesi possono avere effetti comici, drammatici e tragici.
 
La comprensione è contemporaneamente il mezzo ed il fine della comprensione umana.
 
Comprendere una cosa significa trovarle un posto nella propria visione del mondo.
 
Per capire la realtà abbiamo bisogno di modelli astratti di fenomeni. Infatti capire un fenomeno significa associare un certo avvenimento ad un certo modello, cioè ad una certa classe, di fenomeni.
 
Capire un discorso non implica essere d'accordo con il suo contenuto.
 
È difficile capire una persona o una cosa se verso di essa si provano emozioni negative.
 
Siamo abituati al fatto che gli uomini disprezzino ciò che non comprendono.
 
Se non capiamo un discorso forse è perché esso ne presuppone altri che non conosciamo o che non condividiamo.
 
Se il mio interlocutore non mi capisce ci possono essere varie possibili cause, anche concomitanti, come le seguenti:
1) mi sono espresso male;
2) ho detto cose false o assurde;
3) il mio interlocutore non è abbastanza intelligente o istruito per capirmi;
4) il mio interlocutore mi detesta;
5) il mio interlocutore non mi ascolta o mi ascolta solo in parte.
 
Non c'è una testa che non sarebbe interessante. Basta entrarci dentro.
 
Sono fatto così: voglio sempre capire.
 
Capire è mettere in relazione le cose sapute.
 
Molti pensano che ciò che non capiscono sia generalmente incomprensibile.
 
Per comprendere una persona occorre immaginare di essere quella persona e di agire per soddisfare i suoi bisogni, desideri e interessi, secondo le sue esperienze e conoscenze. Per riuscirvi occorre mettere da parte i propri bisogni, desideri, interessi e le proprie esperienze e conoscenze.
 
Se vuoi farti benvolere da qualcuno non dire cose troppo elevate rispetto alle sue capacità di comprensione.
 
Dobbiamo sforzarci di capire chi non capisce.
 
Capire un'idea significa riuscire a spiegarla usando i propri schemi e le proprie categorie mentali. Un'idea incompatibile con i propri schemi e le proprie categorie mentali risulta incomprensibile finché questi non cambiano fino al punto di comprenderla.
 
Essere grandi implica essere incompresi.
 
Ognuno crede di capire tutto ciò che può capire, e che tutto ciò che non capisce sia incomprensibile.
 
Comprendere per interagire, interagire per comprendere.
 
La maggior parte della gente è talmente occupata a vivere la sua vita che non ha il tempo per cercare di capirla.
 
Non puoi capire te stesso se non capisci gli altri, e viceversa.
 
Bisogna sforzarsi per capire molto, non per avere una molteplice erudizione.
 
Comprendere l'incomprensibile è sintomo di una malattia mentale o di una illusione.
 
Il maggior limite di ogni essere umano è l'incapacità di conoscere i propri reali limiti intellettuali, ovvero di sapere cosa non può capire.
 
Non puoi capire il nuovo se non hai capito il vecchio.
 
Non si può capire ciò che non si conosce.
 
Certe persone non capiscono ciò che sanno.
 
Io non voglio capire tutto poiché non posso capire tutto, ma voglio capire tutto ciò che posso capire.
 
Ha una mente ristretta colui che è incapace di guardare una cosa da diversi punti di vista.
 
Ciò che più desidero capire è il senso (cioè la logica) di ogni comportamento umano, anche di quelli che mi sembrano più insensati, più terribili, più repellenti.
 
Sapere non significa capire.
 
Capire il mondo significa capire le logiche che lo animano.
 
A volte non riusciamo a capire un discorso semplicemente perché è falso. Non comprendere una falsità ci salva dall'essere ingannati e dal propagare l'inganno.
 
Indebolire un pensiero per farlo comprendere non è poi gran male.
 
Se io ti parlo di un concetto filosofico e tu capisci immediatamente ciò che ti dico, vuol dire che non ti sto dicendo nulla che tu non sapessi già.
 
Ci sono due processi intellettuali fondamentali: (1) comprendere un fenomeno (in termini di oggetti, cause ed effetti) e (2) trovare le parole per descriverlo (cioè per comunicare ad altri la propria comprensione del fenomeno).
 
Capire è difficilissimo, farsi capire è una smisurata ambizione...
 
È difficile comprendere ciò che ci disturba o ci repelle.
 
Non dire ciò che pensi a chi non è in grado di capirlo.
 
Capire un fenomeno significa rispondere alla domanda: perché, come, quando, e come parte di quale sistema e di quale processo esso avviene?
 
Capire è prevedere.
 
Di una persona possiamo capire solo ciò che ci è affine.
 
Meglio rivolgersi agli sciamani, visto che i medici sono tutti pagati dalle multinazionali del farmaco. Molti la pensano davvero così.
 
Per capire certi comportamenti umani per noi incomprensibili o repellenti, forse è sufficiente questo semplice esperimento mentale: immaginare di avere un pulsante premendo il quale per un certo tempo vengono inibiti il proprio senso critico e la propria capacità di rilevare incoerenze logiche, e premere tale pulsante ogni volta che non capiamo il comportamento di una o più persone o ne siamo disgustati.
 
Ognuno ascolta solo quello che capisce.
 
Se gli altri non ti capiscono, cerca tu di capire loro.
 
Chi mai può vantarsi d'esser capito? Moriamo tutti incompresi.
 
Tutto ciò che avviene, specialmente negli esseri viventi e tra di loro, è il risultato di logiche più o meno complesse di cui capiamo (bene o male) solo alcuni aspetti o che sono da noi del tutto incomprese.
 
Non si comprende ciò che si disprezza, e si disprezza ciò che non si comprende.
 
Quando l'uomo capisce che è inutile voler capire, ha capito tutto ciò che vale la pena di capire.
 
Paradossalmente, per essere comprensivi e non sprezzanti nei confronti di una persona che si comporta in modo immorale o stupido bisogna sentirsi superiori ad essa. Perché se io penso di essere più intelligente, più colto, di avere una maggiore conoscenza della natura umana, di me stesso e della società, di avere un maggior senso di responsabilità, di avere una maggiore capacità di capire le cause e le conseguenze del mio comportamento, allora posso "comprendere" che quella persona commetta errori morali e intellettuali che io non commetterei. Ma se invece penso che quella persona sia dotata quanto me o più di me in tutte quelle cose che ho detto sopra, come posso tollerare che si comporti in un modo che io ritengo immorale o stupido?
 
È difficile capire bisogni diversi dai propri.
 
Chi si muove sempre su binari di acciaio, per capire il mondo e la vita deve augurarsi che il treno deragli.
 
Un essere umano non può capire il mondo oltre un certo livello che dipende dal suo livello di intelligenza.
 
Cosa intende chi dice "ho capito"? Secondo me per molti capire significa semplicemente assimilare un concetto nella propria visione del mondo, la quale può essere più o meno realistica e più o meno ingenua.
 
Capire serve ad orientarsi.
 
Quando sentiamo un discorso, se supponiamo a priori che esso sia sensato, logico, fondato e plausibile, ci sforziamo di comprenderlo, e alla fine necessariamente lo comprendiamo facendo, se necessario, forzature, omissioni, salti illogici, distorsioni, e/o attribuendo significati arbitrari e di comodo alle parole usate. Se invece non escludiamo, sin dall'inizio, che quel discorso possa essere falso, illogico e/o assurdo, allora non abbiamo bisogno di forzature, omissioni, salti illogici, distorsioni o di attribuire significati arbitrari alle parole, e forse per buone ragioni non comprendiamo quel discorso se esso è alla fonte falso, infondato, illogico o insensato.
 
La narrazione è la forma primaria della comprensione.
 
Se uno non vuol capire una certa cosa è perché non capisce che capirla potrebbe essergli utile.
 
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